mercoledì 13 febbraio 2013

SALENTO - LE TRADIZIONI LA QUAREMMA


LA CAREMMA
Nel territorio salentino si personificava la Quaresima con un fantoccio di paglia, chiamato "Quaremma, Coremma o Caremma". Il fantoccio aveva le sembianze di una donna, vestita di nero, con in mano il fuso e la conocchia, si esponeva all’esterno delle case, sulle terrazze o sui balconi. In altre zone dell'Italia Meridionale la Quaremma veniva appesa ad un filo che correva da una casa all'altra, di finestra in finestra, per le vie del paese, e poi, pubblicamente bruciata o sparata con il fucile il giorno di Pasqua. Dare fuoco alla Quaremma metaforicamente significa dare fuoco alla povertà, bruciare collettivamente la miseria. C’è anche chi sostiene che la Quaremma abbia un legame con la mitologia greca classica e rappresenterebbe Cloto, una delle tre Parche greche, Il suo nome viene dal greco Klothes, ovvero filatrice, che teneva in mano la conocchia e filava il destino degli uomini.

"La Quaresima si personificava con un fantoccio di paglia, vestito da donna, generalmente chiamato Quaremma o Coremma o la vecchia. Indossava un abito scuro, con un fazzoletto in testa e stringeva nella mano un fuso e una conocchia, che simboleggiavano il lavoro. Aveva, inoltre, un'arancia con sette penne di gallina infilzate a raggiera, che rappresentavano le settimane quaresimali. Alla fine di ogni settimana se ne toglieva una e questo portava la collettività a liberarsi di tutte le mortificazioni fisiche e spirituali, e le permetteva di muoversi serena verso un nuovo clima di vita"
(Zagaglia / 1973)

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