SALENTO - TRADIZIONI - LI SPONGALI (fidanzamento)
Il Salento aveva, in passato, numerose tradizioni legate al fidanzamento e al matrimonio molto interessanti da scoprire e ormai scomparse.Sin dal primo approccio i due giovani dovevano rispettare alcuni vincoli: non erano ammessi contatti diretti, ma solo in luoghi pubblici (generalmente durante la messa domenicale) e alla presenza di altre persone; la ragazza doveva difendere il suo "onore" e perciò non poteva manifestare interesse verso alcun giovane ma aspettare che questi si manifestasse per primo; non accettare subito la corte ma aspettare l'opera degli intermediari presso i familiari.Una volta che i genitori dei due giovani davano il consenso al fidanzamento anche il rapporto tra il fidanzato e i futuri suoceri dovevano seguire regole rigide e inoppugnabili: la "trasatura" cioè l'entrata in casa del fidanzato accompagnato dai genitori;
e "lu parlamentu" il contratto con il quale si stabiliva il valore della dote che i due sposi avrebbero ricevuto per il matrimonio e che doveva equivalersi; l'impossibilità d'incontri al di fuori delle mura domestiche; i modi e la frequenza settimanale delle visite della fidanzata.I due giovani non potevano sedere vicino neppure nei giorni e negli orari stabiliti per la conoscenza, erano sempre controllati dalla madre della giovane seduta al centro e potevano conversare da lontano o, molto spesso, recitare il Rosario. Anche lo scambio dei regali seguiva un preciso protocollo e i doni ricevuti dal fidanzato, dovevano essere gelosamente custoditi perchè, in caso di rottura del fidanzamento, dovevano essere obbligatoriamente restituiti.In prossimità della data del matrimonio vi era il rito della "moscia della tota" e dei regali ricevuti nella casa della futura sposa per i familiari dello sposo e tutto il parentado. In quest'occasione la fidanzata doveva regalare alla futura suocera uno scialle e allo sposo una camicia con i gemelli ricevendo in cambio l'abito nuziale.
(esempio di corredo della nonna 1900)
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